Adamo ed Eva
Lucas Cranach
- La tentazione umana, così come ce lo racconta il Libro della Genesi, è un tema caro a molti. Ricordiamo, nel periodo rinascimentale, Lucas Cranach il Vecchio (1472-1553). Abilissimo pittore fra gli interpreti della Scuola danubiana, aderì alle tesi di Martin Lutero (che ritrasse diverse volte) e divenne uno dei pittori più della Riforma protestante.
Cranach ritrasse più volte Adamo ed Eva. Ricorrendo all’espediente del doppio quadro realizzò nel 1528 il dipinto “Adamo ed Eva” che si trova oggi agli Uffizi di Firenze. - Le due figure sono molto allungate e a fare da trait d’union alle due tele che emanano un erotismo abbozzato, composto, sono l’albero del peccato e proprio la mela che Eva offre con velata quanto indiscutibile malizia al suo compagno.
Albrecht Dürer
- I due progenitori sono ritratti in una tavola ciascuno su sfondo scuro, appoggiati a figura intera su un suolo sassoso (in quello di Adamo vi si legge anche il monogramma). Eva è vicina all'Albero della Vita e il serpente le sta porgendo il frutto del Peccato originale, che essa afferra senza guardare. Nell'altra tavola Adamo tiene già in mano un ramo con il frutto e, con le foglie, si copre le parti intime per il sopraggiungere della vergogna. Essa ha un volto tondeggiante e i capelli lunghi, a differenza delle fisionomie tradizioni dell'arte tedesca; inoltre le sue gambe incrociate accennano a un dinamismo più marcato rispetto ad Adamo.
- Rispetto all'analogo tema trattato da una celebre incisione del 1504, il dipinto del Prado mostra l'evoluzione del concetto di bellezza ideale per l'artista: la bellezza ideale dei soggetti non scaturisce dalla regola classica delle proporzioni di Vitruvio, ma da un approccio più empirico, che lo portò a creare figure più slanciate, aggraziate e dinamiche. La novità si vede bene confrontando l'opera con l'incisione del Peccato originale di qualche anno prima, in cui i progenitori erano irrigiditi da un geometrica solidità.